Origine preferenziale delle merci:
Cos'è?
Quando si parla di commercio internazionale, una delle prime cose che saltano fuori è il concetto di “origine delle merci”. Non stiamo parlando di dove fisicamente si trova il prodotto in quel momento, ma di qualcosa di più sottile e importante: da dove “viene davvero” quella merce dal punto di vista economico e doganale.
Qui, entrano in gioco due concetti fondamentali: origine preferenziale e origine non preferenziale. In questo articolo ci concentriamo soprattutto sulla prima — l’origine preferenziale — spiegando in parole semplici cos’è, perché è importante, come si ottiene, e cosa deve fare un’azienda che esporta o importa merci per sfruttarla al meglio.
Cos'è l'origine delle merci?
Immagina di comprare un paio di scarpe. Sull’etichetta c’è scritto “Made in Italy”. Questo è un esempio di origine non preferenziale: indica dove è stata fabbricata la merce secondo certe regole. Serve per motivi di etichettatura, per stabilire se un paese può applicare dazi extra (come succede in caso di misure antidumping) e per statistiche.
Esiste però anche un altro tipo di origine, che è ancora più importante per chi esporta e importa: l’origine preferenziale.
Cos'è l'origine preferenziale delle merci?
L’origine preferenziale è una specie di “passaporto economico” che le merci possono ottenere se rispettano certe regole. Questo passaporto dà diritto a un trattamento speciale quando si attraversano le frontiere. Parliamo soprattutto di riduzioni o esenzioni dai dazi doganali, che in caso non ci sia l’origine preferenziale, andrebbero pagati per intero. Quindi, se un prodotto ha origine preferenziale secondo gli accordi firmati dall’Unione Europea con altri paesi, può entrare in quei paesi (o arrivare da quei paesi in Europa) pagando meno dazi, o addirittura zero.
Si parla di origine preferenziale quando sono presenti degli accordi di libero scambio firmati tra l’Unione Europea e altri Stati o gruppi di Stati. In questo modo, si vuole privilegiare l’entrata o l’uscita da un determinato Paese o area solo di quei prodotti che vengono prodotti veramente dal Paese o area che hanno preso parte all’accordo.
Per godere di questo privilegio bisogna dimostrare che la merce “merita” quell’origine preferenziale.
Come si ottiene l'origine preferenziale delle merci?
Per spiegare meglio l’origine preferenziale usiamo un esempio:
Hai un’azienda in Italia che produce biciclette. Per costruirle, usi:
- Ruote prodotte in Germania (UE)
- Telaio fabbricato in Cina
- Cambio prodotto in Giappone
Ora, vuoi esportare le tue biciclette in Canada, e vorresti che pagassero zero dazi grazie all’accordo UE-Canada (CETA). Ma per farlo, le biciclette devono essere considerate “di origine preferenziale UE”.
Per ottenere l’origine preferenziale delle merci è necessario rispettare le regole di origine previste in quell’accordo. Ad esempio:
- A quanto ammonta il valore del materiale non originario, cioè quello cinese e giapponese?
- Hai trasformato (trasformazione sostanziale) in maniera sufficiente quei componenti in Italia per “cambiare” l’identità del prodotto?
Se la risposta è sì, si può dichiarare che le biciclette hanno origine preferenziale UE.
Gli accordi prevedono regole diverse per ogni tipo di prodotto, ma in generale le logiche sono tre:
1. Cambio di voce doganale (tariff shift)
Se la lavorazione cambia la classificazione doganale del prodotto (es. da componenti a bicicletta finita), allora può ottenere l’origine.
2. Valore aggiunto (value added rule)
Il valore delle parti non originarie deve rimanere sotto una certa soglia (di solito 40%).
3. Trasformazione sostanziale
Il prodotto deve subire una trasformazione significativa: montare un bullone non basta, ma assemblare tutto il telaio sì.
Come si dimostra l'origine preferenziale?

Non basta dire “fidatevi di me, questa merce è UE”. Bisogna fornire una prova. Ecco i due strumenti principali:
Certificato EUR.1
È un documento ufficiale rilasciato dalle dogane, in Italia, dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Serve soprattutto per esportazioni di valore elevato.
Dichiarazione su fattura
Se sei un esportatore autorizzato o se la spedizione vale meno di 6.000 euro, puoi scrivere direttamente sulla fattura una dichiarazione standard in cui affermi l’origine preferenziale del prodotto.
Attenzione: dichiarare il falso è un reato e può portare a multe salate, ritiro dei benefici, e anche alla chiusura delle agevolazioni.
In questo caso è l’azienda deve essere iscritta al REX (registro degli esportatori). Per alcuni accordi di libero scambio, come quello UE – Giappone, è imprescindibile per beneficiare dell’esenzione o sconto dei dazi doganali in entrata.
Avere l’origine preferenziale delle merci sui prodotti può fare la differenza tra vendere e non vendere. Un prodotto che arriva a destinazione con un dazio del 10% in più può diventare molto meno competitivo. Se invece può entrare senza dazio, sarà più appetibile per il cliente.
Influendo sul prezzo di vendita al cliente, lo sconto o esenzione del dazio riduce i costi all’importazione, evita contestazioni e ritardi doganali e aumenta i margini di profitto dell’azienda venditrice.
C’è una lista di errori da evitare in caso di utilizzo dell’origine preferenziale, che ogni imprenditore dovrebbe segnarsi come vademecum:
- Dare per scontato l’origine: anche se un prodotto è “fatto in Italia”, non è detto che abbia origine preferenziale se contiene troppi componenti esteri.
- Sottovalutare la documentazione: ogni dichiarazione deve essere supportata da prove reali (schede tecniche, fatture, distinta base).
- Ignorare i cambiamenti: gli accordi commerciali cambiano spesso. Quello che valeva due anni fa, oggi potrebbe non essere più valido.
- Non formare il personale: chi si occupa di esportazioni deve conoscere queste regole.
Dove trovare le regole?
In un mondo sempre più globale, sapere usare bene l’origine preferenziale è un vantaggio strategico. Dove si possono trovare le regole da seguire per l’origine preferenziale?
- Le Camere di Commercio;
- Il sito dell’Agenzia delle Dogane (adm.gov.it);
- Il portale Access2Markets della Commissione Europea (ec.europa.eu).
In caso di dubbi, ci si può rivolgere anche a un consulente doganale, un export manager specializzato o agli spedizionieri.