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Accordo di Libero Scambio UE-Giappone

Accordo di libero scambio UE-Giappone

Dal 1º febbraio 2019 è entrato in vigore uno degli accordi commerciali più ambiziosi e rilevanti mai siglati dall’Unione Europea: l’Accordo di Libero Scambio UE-Giappone (EPA, Economic Partnership Agreement). Questo trattato ha dato vita a un’area di libero scambio tra due dei maggiori blocchi economici mondiali, coprendo quasi un terzo del PIL globale e interessando oltre 600 milioni di persone.

L’EPA non è semplicemente un accordo commerciale. È un patto strategico che mira a rafforzare i legami economici, a promuovere standard elevati e a facilitare gli scambi di beni e servizi, tutelando al tempo stesso valori condivisi come la sostenibilità, la protezione dell’ambiente e i diritti dei lavoratori.

In questo articolo analizziamo i principali contenuti dell’accordo, i benefici per imprese e consumatori, le opportunità per l’export italiano e il contesto politico-economico in cui si inserisce.

L’Unione Europea e il Giappone sono partner naturali, sia sotto il profilo economico che politico. Prima dell’accordo, le relazioni commerciali tra i due erano già significative: il Giappone rappresentava il secondo partner commerciale asiatico per l’UE (dopo la Cina), e l’UE era il terzo partner per il Giappone, dopo Stati Uniti e Cina.

Tuttavia, nonostante questi volumi, il commercio era ostacolato da barriere tariffarie e non tariffarie, da standard tecnici divergenti, da regole complesse su origine e accesso al mercato. L’EPA ha voluto superare proprio questi ostacoli, offrendo un contesto più semplice e sicuro per esportatori, investitori e consumatori.

 

L’accordo nasce anche in risposta alle tensioni protezionistiche globali emerse tra il 2017 e il 2019 (pensiamo alla guerra dei dazi tra USA e Cina), posizionandosi come un modello di commercio aperto, equo e regolato da principi multilaterali.

I numeri dell'accordo

L’EPA tra UE e Giappone è uno degli accordi più ampi mai negoziati dall’Unione. Ecco alcuni numeri chiave:

  • Elimina quasi il 100% dei dazi doganali tra le due parti;

  • Riguarda circa 40% del commercio globale di beni;

  • Copre settori come agroalimentare, automotive, tessile, farmaceutico, servizi, e-commerce;

  • Protegge oltre 200 indicazioni geografiche europee, tra cui molti prodotti italiani;

  • Include capitoli specifici su sviluppo sostenibile, ambiente, lavoro e norme sanitarie e fitosanitarie.

I principali benefici per le imprese europee

1. Eliminazione dei dazi

Prima dell’accordo, le imprese europee pagavano dazi che arrivavano fino al:

  • 30% per prodotti lattiero-caseari

  • 15% per vini

  • 10% per autovetture

  • 8% per dispositivi medicali

Con l’EPA, la gran parte di questi dazi è stata abolita immediatamente, mentre altri (soprattutto nel settore automobilistico) sono stati progressivamente eliminati entro alcuni anni.

2. Accesso al mercato giapponese

L’accordo migliora l’accesso delle imprese europee a gare pubbliche, servizi finanziari, telecomunicazioni, trasporti e settore energetico. Per la prima volta, le imprese UE possono partecipare anche agli appalti nei grandi centri urbani giapponesi.

3. Riconoscimento delle indicazioni geografiche (IGP)

Il Giappone si è impegnato a proteggere più di 200 prodotti tipici europei, tra cui:

  • Parmigiano Reggiano

  • Prosciutto di Parma

  • Aceto Balsamico di Modena

  • Grana Padano

  • Prosecco

Questo protegge i produttori italiani da imitazioni e consente di promuovere i nostri prodotti di eccellenza sul mercato giapponese.

4. Rimozione delle barriere non tariffarie

Molte aziende europee si scontravano con regole tecniche diverse, certificazioni complesse e standard non armonizzati. L’EPA semplifica questi aspetti promuovendo:

  • Mutuo riconoscimento di standard

  • Trasparenza normativa

  • Cooperazione tecnica tra autorità

5. Commercio digitale e PMI

L’accordo dedica un capitolo alle piccole e medie imprese, facilitando l’accesso alle informazioni commerciali e promuovendo la digitalizzazione degli scambi.

L’Italia e l’accordo: un’opportunità da cogliere

accordo di libero scambio ue-giappone

L’Italia è uno dei paesi europei che può trarre maggiori benefici dall’accordo, soprattutto in settori come:

  • Agroalimentare: con prodotti DOP e IGP che godono ora di piena tutela in Giappone

  • Macchinari e meccanica di precisione

  • Moda e tessile

  • Farmaceutico e cosmetico

Tuttavia, per sfruttare appieno l’accordo, è fondamentale che le imprese italiane siano informate e preparate. Strumenti come il portale “Access2Markets” della Commissione Europea forniscono risorse utili per comprendere regole di origine, documentazione necessaria, dazi applicabili e condizioni di accesso, come anche un export manager specializzato. Infatti, nonostante i molti aspetti positivi, l’EPA presenta alcune sfide:

  • Complessità delle regole di origine: per ottenere i benefici tariffari, le imprese devono dimostrare che il prodotto è “originario” dell’UE o del Giappone secondo criteri precisi. Parliamo quindi dell’origine preferenziale delle merci e dell’iscrizione al REX.

  • Adempimenti documentali: è necessaria un’attenta gestione doganale e amministrativa.

  • Concorrenza: l’apertura reciproca dei mercati può esporre le imprese a una competizione più intensa da parte delle imprese giapponesi.

L’Accordo di Libero Scambio UE-Giappone rappresenta un esempio concreto di come il commercio internazionale possa essere motore di crescita, innovazione e cooperazione, se gestito in modo equilibrato e trasparente.

Per le imprese italiane si tratta di un’opportunità concreta per espandersi su uno dei mercati più maturi e raffinati del mondo, ma richiede consapevolezza, preparazione e strategia.

Investire nella formazione, nella digitalizzazione e nella conoscenza delle regole grazie all’assistenza di un export manager qualificato è il primo passo per rendere questo accordo un vero alleato per l’export Made in Italy.

Fonti: Commissione Europea, Eur Lex, Ministero degli Affati Esteri.

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