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Cos’è il CETA?

Cos'è il CETA?

Il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) è un accordo commerciale multilaterale siglato tra l’Unione Europea e il Canada, firmato il 30 ottobre 2016 ed entrato in applicazione provvisoria il 21 settembre 2017.

Il CETA rappresenta un grande balzo in avanti verso il libero scambio: elimina dazi su 99 % delle linee tariffarie, con il 98 % efficace già dal 2017 e il residuo eliminato gradualmente in 3–7 anni secondo le diverse categorie merceologiche .

Volumi e trend del commercio bilaterale

Secondo il Consiglio dell’UE, il commercio bilaterale in beni e servizi tra UE e Canada è aumentato del 65 % tra il 2016 e il 2022. I beni sono passati da €46,3 mld a €77,0 mld, mentre i servizi da €25,6 mld a €41,4 mld. A ciò si aggiungono risparmi da dazio per circa €587 milioni nel 2022 .

L’aumento delle esportazioni dell’UE verso il Canada ha creato o sostenuto circa 694.000 posti di lavoro nel 2019. Inoltre, il numero di PMI esportatrici è aumentato del 44 % rispetto agli anni pre-CETA.

Fra i settori più dinamici che hanno beneficiato del CETA ci sono:

  • Macchinari: +42 % di export UE
  • Prodotti agricoli: +50 % export UE
  • Prodotti farmaceutici: +74 % export UE
  • Export UE di navi e imbarcazioni: +263 % (in particolare dalla Germania)
  • Finestre e porte in alluminio: +720 % (soprattutto dalla Grecia)
  • Estintori: +429 % (specialmente da Cipro)
  • Prodotti caseari: +603 % (dall’Irlanda).

L’eliminazione delle barriere tariffarie ha reso i prodotti UE più competitivi in Canada e viceversa. In territorio canadese, per esempio, tariffe fino all’11 % sul pesce sono state azzerate in pochi anni. Ogni azienda può ora importare ed esportare con tariffe ridotte o inesistenti.

Il CETA semplifica regole di origine, controlli sanitari, procedure doganali, oltre a riconoscimento delle qualifiche professionali, mobilità del personale, e accesso a gare d’appalti – extra-governative e governative. Questo ha favorito soprattutto le PMI, che ora trovano più conveniente fare business internazionale. L’accordo difende oltre 200 IG protette (es. Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma), vietando imitazioni e aumentando la fiducia dei consumatori canadesi nell’originalità del prodotto.

UE e Canada cos'è il CETA

Made in Italy e CETA

L’accordo CETA ha rappresentato una straordinaria leva di crescita per le esportazioni italiane, in particolare nei settori d’eccellenza del Made in Italy, come l’agroalimentare, la moda, i macchinari industriali e la farmaceutica. Grazie all’abbattimento delle barriere tariffarie e non tariffarie, alle nuove tutele giuridiche e al riconoscimento delle Indicazioni Geografiche (IG), le imprese italiane hanno trovato nel mercato canadese un partner strategico di grande affidabilità.

Il comparto agroalimentare è sicuramente tra i più favoriti. Il Canada è da sempre un mercato attento alla qualità e alla tracciabilità del cibo, e l’accordo ha permesso di consolidare la fiducia dei consumatori canadesi nei confronti delle eccellenze italiane.

Secondo i dati della Commissione Europea, le esportazioni agroalimentari italiane verso il Canada sono aumentate del 52% nei primi cinque anni di applicazione del CETA. In particolare:

  • Formaggi DOP italiani: secondo Coldiretti, le esportazioni italiane di formaggi verso il Canada sono cresciute di oltre il 130% tra il 2016 e il 2021. Il CETA ha stabilito un aumento delle quote per i formaggi europei ammessi sul mercato canadese, passando da circa 13.500 tonnellate a oltre 31.000 tonnellate nel periodo transitorio.
  • Vino e spumanti: l’Italia è il primo esportatore di vino in Canada, con oltre 80 milioni di euro di vino venduti nel 2022. Grazie al CETA, è stata semplificata la distribuzione tramite i monopoli provinciali, e sono state eliminate barriere all’etichettatura.
  • Pasta, olio d’oliva, aceto balsamico:  hanno visto crescite a doppia cifra, trainate dalla domanda canadese per prodotti genuini e di qualità. L’olio extravergine d’oliva ha beneficiato della totale abolizione dei dazi (che prima erano intorno al 5%).

Un altro elemento fondamentale, come scritto in precedenza, è la protezione legale delle Indicazioni Geografiche (IG). L’Italia ha ottenuto il riconoscimento e la tutela di 41 IG italiane, fra cui Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Grana Padano, Aceto Balsamico di Modena e Mozzarella di Bufala Campana. Questo significa che prodotti canadesi che imitano questi nomi non possono più essere commercializzati con quelle denominazioni, a tutela dei produttori italiani.

Macchinari industriali e beni strumentali: competitività rafforzata

Il settore dei macchinari industriali – una delle colonne portanti dell’export italiano – ha tratto enorme beneficio dall’eliminazione dei dazi (che arrivavano fino al 9,5% su alcune categorie).

L’Italia è il terzo esportatore europeo di macchinari in Canada, dietro solo a Germania e Francia, e secondo i dati ICE le esportazioni italiane in questo settore sono cresciute del 35% dal 2017 al 2022.

Le principali categorie coinvolte includono:

  • Macchine utensili per la lavorazione dei metalli
  • Macchinari per l’imballaggio e l’industria alimentare
  • Macchinari per l’agricoltura e il giardinaggio
  • Pompe e compressori industriali

Inoltre, il CETA ha semplificato i requisiti di conformità tecnica e le certificazioni, rendendo più facile per le imprese italiane operare senza dover passare da doppi test di omologazione.

Moda, design e articoli di lusso

Il settore moda e design, emblema del Made in Italy, ha registrato ottimi risultati grazie alla riduzione dei dazi fino al 18% su abbigliamento e calzature.

Le esportazioni italiane di calzature e abbigliamento verso il Canada sono cresciute di circa il 20% tra il 2017 e il 2022, trainate soprattutto dalle regioni di Ontario e Québec. Mentre, gli occhiali da sole e da vista italiani, apprezzatissimi nel Nord America, hanno visto un incremento superiore al 25%, secondo Assolombarda.

Il design italiano d’arredo e illuminazione, sempre molto apprezzato in ambito contract e residenziale, ha beneficiato della crescita del settore immobiliare canadese post-pandemia.

Settore Farmaceutico e Cosmetico

esportare cosmetici

Il settore farmaceutico italiano ha vissuto un’espansione eccezionale. I dati UE mostrano che le esportazioni farmaceutiche europee verso il Canada sono aumentate del 74% tra il 2016 e il 2022, con l’Italia tra i protagonisti.

Anche il settore cosmetico è in crescita. Grazie alla mutua accettazione di buone pratiche di produzione e alla semplificazione normativa, i cosmetici Made in Italy stanno consolidando la loro presenza nei canali retail e online in Canada.

Coinvolgimento delle PMI Italiane nel CETA

Un aspetto rilevante è la maggiore partecipazione delle piccole e medie imprese italiane, che grazie al CETA hanno potuto entrare in un mercato precedentemente complicato e costoso. L’accesso facilitato agli appalti pubblici canadesi ha consentito anche a molte PMI italiane nei settori dell’edilizia, energia e ICT di partecipare a bandi provinciali e federali.

Secondo uno studio della Commissione Europea, le PMI italiane rappresentano oltre il 70% delle nuove imprese esportatrici in Canada dal 2017, con una crescita significativa soprattutto nel Centro-Nord (Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia).

Il CETA rappresenta una pietra miliare nelle relazioni transatlantiche: ha eliminato la quasi totalità dei dazi, aumentato gli scambi del 65 % dal 2016 al 2022, creato centinaia di migliaia di posti di lavoro, favorito l’ingresso delle PMI, e protetto i prodotti di eccellenza come quelli italiani.

Nonostante le resistenze politiche e alcune preoccupazioni ambientali e agricole, i numeri dimostrano come l’accordo stia funzionando: più export (+50 % beni agricoli, +42 % macchinari), rise in trade services (~€41 mld), e maggiore diversificazione di approvvigionamenti strategici.

Per le imprese italiane (food, macchinari, farmaceutico) il CETA è una leva strategica potente, che richiede attenzione tecnica per sfruttarlo al meglio. Un’opportunità concreta di crescita in un mercato maturo come quello canadese.

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Fonti: Assolombarda, European Council, European Commision, Access2Markets, EurLex.

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